PROGETTO MYANMAR
Referente a Pathein: Suor Anna Teresa Aung
Referenti dall’Italia: Marco e Anita Sacchi
Un censimento del 2017, in Myanmar conta una popolazione di 55.499.500 abitanti ora in leggero calo.
La maggioranza della popolazione è di etnia Bamar e di religione buddhista, ma coesistono numerose minoranze etniche tra cui i cattolici Karen e i mussulmani Rohingya. L’esercito birmano, (Tatmadaw), ben armato ed organizzato, ha da sempre messo in atto una dura repressione delle minoranze, ricorrendo a stragi di civili, incendi, distruzione dei campi coltivati e delle derrate alimentari ed agli stupri etnici: famoso il genocidio ai danni dell’etnia Rohingya, che anche durante il governo civile non furono protetti come dovuto.
In totale si contano 130 minoranze ufficiali: i gruppi etnici occupano principalmente le regioni ai confini con le altre nazioni, costituendo di fatto dei veri e propri stati etnici che lottano per la propria autonomia.
Il conflitto con le minoranze ha origini storiche nel periodo coloniale (1885 – 1937), della modalità di gestione del potere e del controllo della popolazione da parte dell’impero britannico: lo Stato indipendente aveva già, nel 1949, questa frattura al suo interno che non verrà mai sanata. Dal punto di vista politico, nel 2010, inizia la cosiddetta transizione democratica, ma occorre notare che la Costituzione stessa, che risale al 2008, viene scritta dai militari, e continua a prevedere l’esercito molto presente nella vita del paese. Nell’art. 6 si dichiara infatti che l’esercito può partecipare alla vita politica, e il 25 % dei seggi deve essere assegnato a militari, insieme a 3 Ministeri importanti, tra cui gli Interni. Dà inoltre all’esercito un potere indipendente, nessuna istituzione può, cita la costituzione, controllare il suo operato.
Dal 2010, il governo militare birmano attua una serie di graduali riforme politiche, instaurando un governo civile, scarcerando gli oppositori politici tra cui Aung San Suu Kyi, leader della Lega Nazionale per la Democrazia, e convocando libere elezioni parlamentari, parziali nel 2012 e generali nel 2015. Il 2015 è anche l’anno del NCA (accordo nazionale sul cessate il fuoco) siglato tra il governo del Myanmar e i cosiddetti gruppi “ribelli”, cioè i gruppi armati nati per la difesa delle minoranze etniche a seguito delle persecuzioni dei militari.
Dopo il cessate il fuoco entrambe Europa e America tolsero le sanzioni esistenti nei confronti del governo Birmano: era in realtà questo il vero scopo della firma da parte dei militari che hanno così ottenuto quello che volevano, ma non hanno mai rispettato quell’accordo.
Quando Aung San Suu Kyi, vince le elezioni del 8 novembre 2015 e viene nominata Consigliere di Stato con affidamento di diversi Ministeri, si trova davanti un Paese da ricostruire: mancano Ospedali e scuole e occorre ricreare la fiducia nel Paese. Inizia la sua opera e in quegli anni si rivolgerà ripetutamente al popolo Birmano perché il popolo stesso possa riconoscere il proprio potere e difendere la democrazia negli anni a venire: Aung San Suu Kyi è consapevole infatti che i militari sono vigili e rimangono una reale minaccia.
I fatti di questi ultimi mesi purtroppo parlano di questo.
Il primo febbraio di quest’anno, l’esercito birmano ha ripreso il potere con un nuovo colpo di stato, destituendo il governo della Lega Nazionale per la Democrazia ed arrestando i suoi dirigenti, tra i quali Aung San Suu Kyi.
In risposta al colpo di stato è nato un movimento di disobbedienza civile (CDM) che ha portato per le strade centinaia di migliaia di persone tra cui tantissimi giovani, ogni giorno, ma le forze armate birmane intervengono sistematicamente con la forza, sparando sulla folla e provocando decine di morti e feriti. Il clima di repressione che si è instaurato accentua le già difficili realtà del paese: la discriminazione razziale e religiosa, il conflitto armato su base etnica, la povertà estrema e la disuguaglianza crescente.
L’attuale giunta militare ha anche inasprito le persecuzioni e gli abusi verso tutte le minoranze, effettuando incursioni violente nei villaggi, obbligando gli abitanti alla fuga e costringendoli a trovare rifugio nella foresta dopo estenuanti marce forzate.
Nonostante una serie di dichiarazioni di condanna dei governi occidentali e di varie agenzie delle Nazioni Unite, non è chiaro quello che la comunità internazionale potrà fare per influenzare la situazione in Birmania. Certo è che occorre continuare strenuamente a dare voce alla lotta di liberazione di questo popolo.
PREMESSA: COME NASCE IL PROGETTO
Nel 2011 conosciamo Anita e Marco Sacchi tramite la nostra socia Gabriela reduce da un viaggio in Birmania. Anita è di origine Birmana e ha frequentato il liceo presso l’istituto di Saint Mary, ubicato nell’area a Sud-Ovest della Birmania detta “Delta dell’Irawwadi (o Ayerwadi, il nome birmano del fiume).
E’ una zona di pochi metri al di sopra del livello del mare, abitata dalla popolazione Karen (una minoranza cattolica nella Birmania buddista) che sopravvive di pesca e coltivazione del riso.
In quel periodo, l’istituto di Pathein, che fino ad allora accoglieva soprattutto studenti paganti, viene convertito in orfanotrofio e accoglie bambini e ragazzi di entrambi i sessi, che frequentano scuole locali di cui si debbono pagare le rette.
Il fabbricato principale è stato donato mediante lascito testamentario da una famiglia locale (marito karen e moglie tedesca), che hanno così inteso ringraziare le suore per l’assistenza prestata ad una loro figlia gravemente disabile. Gli ampliamenti successivi sono stati realizzati col lavoro degli ospiti dell’orfanotrofio ed i materiali donati dagli abitanti della zona. Nessun tipo di aiuto perviene all’orfanotrofio da Istituzioni o Enti governativi birmani. A questa situazione di precarietà e incerto futuro si è aggiunto, nel 2008, il ciclone Nargis, che ha mietuto circa 500.000 vittime tra gli abitanti del delta, distruggendo le risaie e la maggior parte dei mezzi di sostentamento della popolazione.
L’istituto è gestito da 2 sole suore dell’Ordine di San Francesco Saverio. Queste, assieme ai ragazzi più grandi che accudiscono i più piccoli, provvedono alle pulizie, coltivano gli orti e badano agli animali allevati. Indispensabili sono quindi le donazioni (soprattutto di alimenti, riso, pesce e simili) degli abitanti di Pathein.
IL PROGETTO
E’ Gabriela che ci presenta Anita e sarà lei che ci metterà in contatto con suor Anna Aung (una delle due suore che gestiscono l’orfanotrofio); ha così inizio la collaborazione di Micromondo rivolta a migliorare l’edificio di Saint Mary e le strutture ad esso collegate (stalle, orti, pollai).
Sosteniamo questo suo primo progetto fino al 2016, quando Suor Anna si dedica ad un’altra impresa in una zona distante circa quattro ore dall’orfanotrofio: la Nursery School (scuola materna) presso la Casa Provinciale delle Suore di St. Francis Xavier, ad Hmawbi, quartiere molto povero alla periferia di Yangon. Anche in questo caso Suor Anna chiede il nostro aiuto e contribuiamo alla ristrutturazione delle stanze indispensabili alla scuola con tutto ciò che può permettere e rendere gradevole la permanenza dei bambini.
Nel 2017 il nostro aiuto serve a fare manutenzione e ad adeguare la cucina, con tavoli e sedie nuove, oltre che a contribuire all’acquisto di cibo per la mensa, visto che il numero dei bambini cresce rapidamente. Anche l’acquisto di giochi, che potrebbe sembrare superfluo, ha l’importante compito di creare una realtà a dimensione di bambino, per fare in modo che questi piccoli si sentano amati e felici.
Nel 2018 la nostra Suor Anna, ci invia una richiesta di aiuto riguardante una nuova situazione di emergenza che la sua Congregazione si è trovata ad affrontare.
Si tratta della gestione di ben sette scuole materne, 5 nella Diocesi di Pathein e 2 nella Diocesi di Yangon (Mobi e Phado) che, dagli anni 2000 ad oggi erano di proprietà dell’Associazione Fratellanza di Palermo che si faceva carico delle spese di mantenimento e di gestione che ora non sono più in grado di sostenere.
Le scuole sono una presenza importante sul territorio ed un grande aiuto per i bambini e le tante famiglie povere dei villaggi. Nel 2018 la situazione politica in Myanmar è instabile, aumentano le disparità economiche e sociali, ed il popolo è sempre più povero, questo tipo di presenza è ancora più necessaria. Con la loro opera Suor Anna e le sue Sorelle vogliono essere vicine ai bambini, e alle loro famiglie condividendo quotidianamente le gioie e le sofferenze della loro vita.
Le sette scuole sono state tutte riunite sotto il nome di “ St. Francis Xavier Nursery”, ma occorre che ogni singola struttura venga registrata ufficialmente per permetterne la gestione amministrativa e gli edifici stessi hanno bisogno di essere rinnovati dopo tanti anni di scarsissima manutenzione.
Suor Anna ha fatto una stima dei costi e, detratti gli aiuti che riceveranno dai benefattori locali e dalla Congregazione, noi provvediamo al resto.
Nel 2019 l’attenzione torna al progetto originario dell’Orfanotrofio Saint Mary di Pathein, dove vivono 90 bambine e ragazze dai 6 anni in su. Il loro numero è sempre crescente e la struttura dedicata alle ragazze purtroppo non è più sufficiente ad ospitarle tutte. Le ragazze universitarie alloggiano da ormai 3 o 4 anni in una piccola e vecchia casa dotata di soli 15 letti e in questi ultimi anni si sono aggiunte le ragazze provenienti dalla provincia: per questo le Suore ci chiedono aiuto.
Nel settembre 2019 inizia l’ampliamento architettonico dell’Orfanotrofio. La nuova struttura a due piani, costruita sul terreno di proprietà della Congregazione, accoglierà le ragazze che hanno l’età per frequentare le Scuole superiori e l’Università a Pathein. Il contributo di Micromondo è il primo ad arrivare e permette alle Suore di coprire i costi dei permessi di costruzione e delle fondamenta dell’edificio dando letteralmente “il via” alla costruzione della struttura.
Si prevede di completare i lavori nell’ anno 2020.
Grazie a Micromondo
Suor Anna e le altre sorelle possono sperare,
di anno in anno, di sostenere sempre più bambini.
Anche tu, insieme a noi, puoi fare la differenza
per loro e per tanti altri bambini !
Con un piccolo gesto,
ci aiuterai a fare grandi cose!
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