ESTATE 2008
l’esperienza
di Chiara
al Mama Anakuja
“Pensavo a una vacanza ‘utile’ agli altri e anche a me, ma ancora non sapevo che sarebbe diventata un’esperienza indimenticabile!”
Conosco Liliana da molti anni, da quando con un gruppo di amici decidemmo di prendere in adozione a distanza alcuni bambini africani per permettere loro di frequentare l’istituto per sordomuti di Kibarani, in Kenia.
Nel corso degli anni sono rimasta affascinata da questa piccola donna che fa grandi cose e aspetto ogni anno con ansia il suo ritorno in Italia per ascoltare i suoi nuovi racconti. Racconti affascinanti, ma terribili per ciò che riguarda le spaventose condizioni in cui vive la popolazione keniota, quindi, a maggior ragione, i bambini.
Nell’estate del 2008, dopo numerosi inviti di Mama Liliana (così ormai è conosciuta da tutti), ho deciso di raggiungerla in quello che è ormai diventato il suo paese.
Pensavo a una vacanza “utile” agli altri e anche a me, ma ancora non sapevo che sarebbe diventata un’esperienza indimenticabile!
Per quasi un mese ho vissuto al suo fianco, la mattina sbrigavamo le numerose commissioni che richiede una struttura che ospita oltre cento tra bambini e ragazzi, il pomeriggio lo trascorrevo all’istituto. Molti dei bambini raccolti nei villaggi da Mama Liliana, specie i più grandini, hanno storie terribili alle spalle, storie di infanzia negata, violata, abbandonata. All’inizio erano molto diffidenti, loro non sono abituati alla presenza dei bianchi, per loro ero solo un “musungu”. Ma, poco a poco, ho conquistato la loro fiducia e allora si sono aperti in sorrisi, in sguardi, in contatti fisici.
Ho passato ore e ore con loro a giocare a biglie con i sassi o a disegnare sulla terra, sfidandoci ad individuare nei segni tracciati nella polvere un leone, un elefante o qualunque figura loro potessero riconoscere. Dopo solo pochi giorni, sono riusciti a farmi sentire “importante” quando, al loro ritorno da scuola, correvano a salutarmi dandomi un “cinque” sulla mano o quando si disponevano intorno a me non appena mi sedevo in un angolo del cortile, facendo a gara a chi riusciva a sedersi in braccio a me. Probabilmente ho ricevuto da loro più di quanto io sia riuscita a dare e, ancora oggi, porto nel cuore i loro occhi e il loro sorriso. Sì, perché loro ridono sempre ed è grazie a Mama Liliana se guardando questi bambini oggi ti sembrano i più felici del mondo nonostante le brutte esperienze che li hanno segnati.
Non ci sarà mai una risposta al perché le coordinate geografiche del luogo esatto in cui sei nato possono influire così tanto sui tuoi diritti e al perché le aspirazioni di questi bambini e quelle dei nostri bambini non potranno mai essere le stesse, ma l’esistenza di persone come Mama Liliana ci danno la speranza e la forza per continuare ad impegnarci per cambiare questo stato di cose.
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