PROGETTO HAITI

Referente a Namugongo: Suor Marcella Catozza.

Haiti è il paese più povero dell’America Latina con una popolazione che vive con meno di 2 dollari al giorno. L’instabilità cronica, le dittature e i disastri naturali degli ultimi anni hanno lasciato il paese caraibico al collasso economico.

Nel 2007: 5.000,00 euro
per garantire l’acqua potabile ai bambini dell’ambulatorio San François

Nel 2008: 4.400,00 euro
acquisto di  latte arricchito per il programma di malnutrizione neonatale.

Nel 2010:
24.701,13 euro

raccolta straordinaria a seguito del terremoto del 12 gennaio 2010
883,65 euro
per acquisto e spedizione partita di ringer lattato in container per la reidratazione nella fase acuta di colera

Nel 2011: 70.099,93 euro
Micromondo fa da ponte per la raccolta e la destinazione dei fondi provenienti dai sostenitori diretti di Suor Marcella.

Nel 2012: 1.885,00 euro
a sostegno del Vilaj Italyen

PREMESSA: COME NASCE IL PROGETTO

Suor Marcella, che conosciamo dal 2003 (progetto Brasile), va a gestire un ambulatorio/centro d’accoglienza, da lei stessa aperto, in una bidonville di Port au Prince, capitale dello stato di Haiti che, a causa di disordini politici e dell’uragano Jeanne che l’ha colpita nell’estate del 2004, si trova in uno stato di emergenza.

il PROGETTO

L’ambulatorio San François aperto nel 2007 a Waf Jeremie, nel cuore di una delle più grandi bidonville di Port au Prince, accoglie un centinaio di bambini di età compresa tra i 3 e i 12 anni. La struttura è povera ma nonostante ciò i bambini, grazie all’intervento di Suor Marcella e Suor Cristina – missionarie francescane, trovano cibo, istruzione (ad Haiti le scuole sono a pagamento) cure mediche ed affetto.
Nel 2007 Micromondo inizia il sostegno del progetto e il contributo donato permetterà, a Suor Marcella e alla consorella Suor Cristina, di acquistare acqua potabile per un anno per i piccoli ospiti del centro.

L’ambulatorio San Francesco diventa un punto di riferimento per tante mamme che, ogni mattina, affollano la strada in attesa della sua apertura: i bambini visitati non sono mai meno di cento al giorno!
Nel 2008 sosteniamo il progetto di malnutrizione neonatale, avviato da Suor Marcella, che consiste nella somministrazione graduale di una sostanza chiamata Medica Mamba (a base di burro di arachidi) che, affiancata all’assunzione di antibiotici e antivermi, risulta essere efficace per uscire dalla fase acuta. Perché il programma sia valido è importante che le madri, anche da casa, somministrino in modo corretto e costante la mistura multivitaminica nelle modalità e nelle dosi che in ambulatorio vengono prescritte. A volte, la terapia risulta inefficace quando le mamme, pensando di fare bene, suddividono le dosi su più figli. I bambini che entrano nel programma vengono quindi controllati periodicamente in ambulatorio, proprio per verificare che il programma venga seguito bene.
Micromondo si fa promotore di questo nuovo progetto ed offre il suo sostegno per l’acquisto il latte arricchito per i neonati entrati del programma di malnutrizione.

Nel 2010, e precisamente il 12 gennaio, una scossa di magnitudo 7 devasta Haiti.
230.000 sono i morti confermati. Suor Marcella, che nel frattempo era stata trasferita nella vicina repubblica Domenicana, rientra immediatamente nella bidonville di Waf Jeremie, a Port au Prince e trova l’ambulatorio San Francesco distrutto.
Si mette alla ricerca dei ragazzi che stavano gestendo l’ambulatorio: Lucien, Alex e Pouchon -fortunatamente vivi – e senza perdersi d’animo avvia un ospedale da campo, grazie anche all’aiuto di varie ONG che arrivano immediatamente sul territorio.
Suor Marcella che conosce bene il territorio Haitiano e molte delle ONG italiane che arrivano sul territorio si rivolgono a lei quale tramite.
Veniamo contattati appena possibile da Suor Marcella soprattutto per inviare farmaci per l’emergenza colera scatenatasi subito dopo il terremoto. Micromondo risponde lanciando una raccolta fondi straordinaria, ricevendo una pronta e generosa risposta dai propri sostenitori.
Durante quest’anno la nostra associazione invia a più riprese tutte le donazioni derivanti dalla raccolta fondi straordinaria, ed invia un container con il ringer lattato, un farmaco fondamentale per la reidratazione nella fase acuta di colera.

Nel 2011, periodo del post terremoto, i riflettori che si erano accesi durante l’evento restano costanti dando sempre maggior luce all’ operato di Suor Marcella e le donazioni aumentano in modo esponenziale. Suor Marcella chiede a Micromondo di fare da tramite e di raccogliere tutte le donazioni provenienti dai tutti i sostenitori che la contattano direttamente.
Si crea così un ponte tra associazioni e Suor Marcella pensa di far emergere, dalle macerie dell’ambulatorio San François, un progetto più grande per la bidonville di Waf Jeremie: costruire un villaggio.
Nel mentre Suor Marcella si adopera per costituire una sua associazione, i fondi che nel 2011 riceviamo pro Haiti vengono devoluti subito perché destinati alla costruzione del villaggio, anche diverse ONG internazionali contribuiscono a tutto ciò !
Sorge così il ‘Vilaj Italyen’ così composto: un refettorio, un ambulatorio, un centro colera, 122 casette in muratura e una scuola.
Nel febbraio 2011, tre volontarie di Micromondo: Chiara, Claudia e Sonia, partono a proprie spese, per Haiti, ospiti di Suor Marcella e lì si adoperano per sistemare l’ambulatorio e la scuola. Durante il loro soggiorno di 3 settimane, assistono a 3 eventi che diventeranno storici: la riapertura del nuovo ambulatorio, sanificato dopo l’emergenza colera, l’inaugurazione del villaggio e l’apertura della scuola: la prima volta per circa 300 bambini. In quest’ultima occasione le nostre volontarie si calano nei panni di ‘maestre per un giorno’ (a causa dell’assenza improvvisa di un’insegnante) amplificando così quella che, già fino a quel momento, era stata un’esperienza forte, indimenticabile. Potrete leggere le loro testimonianze in fondo alla pagina.

Nel 2012 Suor Marcella, vista la grande visibilità , gli innumerevoli aiuti che ha avuto negli ultimi anni, e l’imponente gestione che richiede ormai il villaggio, costituisce l’associazione ‘in cammino con suor Marcella’ che nel 2017 diventa ‘Fondazione via lattea onlus’ dove tutti i sostenitori, inclusi quelli che nel corso di questi anni hanno utilizzato la nostra associazione come tramite, concretizzano il proprio sostegno.
Nonostante ciò, riceviamo ancora fondi dai nostri sostenitori, per la causa di Haiti e li inviamo a suor Marcella per le innumerevoli spese che deve affrontare. L’eco del post terremoto si sta smorzando, le ONG rientrano nei propri territori, quello che hanno lasciato è qualcosa di straordinario ma da qui in poi serviranno molti fondi per mantenere tutte vive queste strutture.

Anche grazie a Micromondo,
Suor Marcella è riuscita a ricevere
i fondi per la ricostruzione.

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APPROFONDIMENTO

DAL WEB

In questa sezione puoi trovare alcuni link
di approfondimento provenienti dal web
e/o il link diretto al referente del progetto.

Haiti. La crisi politica ed economica del paese caraibico tra corruzione e povertà

NotizieGeopolitiche.net | Articolo del 9/3/2019

Haiti, la vita riparte dal Vilaj des Italyen

Il cittadino | Articolo del 17/3/2011

Un filo diretto con il Vilaj Italyen

Vai al sito dell’associazione ‘Fondazione via lattea onlus’ per aggiornamenti diretti.

NOTIZIE DAI REFERENTI

e_mail del 6 febbraio 20103 da Port au Prince

Carissimi amici,
non abbiamo ancora una buona connessione internet per cui riesco a spedire e ricevere solo alle 4 del mattino quando le linee non sono sovraccariche ed i satelliti funzionano meglio.

Sono a Port au Prince ormai da tre settimane e la cosa che mi colpisce è che in mezzo alla distruzione ed al dolore gli haitiani hanno ricominciato a vivere la loro quotidianità fatta di fatica e dolore da sempre. Il terremoto ha infatti aggiunto distruzione ad una realtà già pesante e la macchina allucinante dei cosidetti aiuti umanitari non fa che creare situazioni ancora più pesanti.

Io sono tornata alla missione dei padri scalabriniani dove avevo vissuto l’ultimo anno e con padre Giuseppe abbiamo creato una rete di sostegno alle varie comunità religiose con cui siamo amici da anni. Ho passato quindi i primi giorni andando a cercare i nostri amici per vedere come stavano e capire come poter essere loro di aiuto….

In tanti ci stanno sostenendo attraverso l’Associazione Kay La che sta ricevendo aiuti anche dall’Associazione Micromondo, amici da sempre, e da altre realtà che in questi anni mi hanno seguito e sostenuto in giro per il mondo.

Da questi incontri è nata una rete che ha come centro la missione scalabriniana che offre ampi spazi e al cui interno abbiamo creato un magazzino in cui facciamo arrivare aiuti alimentari che dividiamo tra le comunità religiose in base alle loro richieste. Le famiglie religiose sono impegnate sulla strada, chi gestendo i campi di fortuna che gli haitiani si sono creati da soli visto che la burocrazia del mondo rallenta paurosamente l’arrivo degli aiuti, chi accompagnando le famiglie della zona… tanti uomini e donne di ogni parte del mondo che con la gente stanno cercando veramente la strada della Speranza per ricominciare.

Come sapete dai gionrali la Chiesa haitiana ha avuto molte perdite: l’arcivescovo di Port au Prince, che mi accolse alcuni anni fa in diocesi, il suo vicario ed il cancelliere sono morti. Per ora si parla di 47 morti tra i religiosi ma i dati sono incompleti perché molti non si trovano ancora e poi perché le comunicazioni tra noi sono difficili….

Un disastro! Con questa rete abbiamo inziato la distribuzione di cibo che arriva così alla gente che sta vivendo per la strada. Mi sto facendo aiutare da alcune ONG, quelle che arrivate adesso hanno capito che il modo migliore per essere utili è sostenere chi già era qui, chi conosce la gente, che sa come muoversi. Ho chiesto ad alcuni amici di portare cisterne di acqua, ad altri di procurarmi tende, ad altri di aiutarmi con il cibo o con il materiale sanitario.

Qui alla missione stiamo vivendo un’esperienza di Chiesa bella ed intensa. La Conferenza dei Religiosi della vicina Repubblica Domenicana ha inviato una grossa comunità intercongregazionale di suore, circa 25 suore infermiere o medico, che ogni mattina dopo aver celebrato l’Eucarestia insieme partono per le zone periferiche dove hanno fatto nascere degli ambulatori improvvisati. La sera ci si ritrova per condividere la giornata ed impostare la successiva. Con padre Giuseppe stiamo seguendo diversi progetti che partiranno a breve negli spazi della missione e per questo il padre mi ha chiesto di mandare un medico al mio ambulatorio di Waf Jeremie in modo da potermi fermare qui per coordinare le cose. A fine mese arriverà il mio amico Ferdinando di Genova che da anni mi segue e per tre settimane mi coprirà l’ambulatorio, poi vedremo.

Tre sono i progetti a cui stiamo lavorando:

– creazione di un centro di raccolta bimbi perduti in attesa che l’Unicef cerchi i familiari per poter ricostituire la famiglia. Tanti bimbi stanno sparendo potenziando quel traffico che già esisteva prima del terremoto di cui noi già sapevamo, di bimbi “esportati” nella Repubblica Domenicana ed immessi in ogni tipo di traffico (prima del terremoto si parlava di 2000 bambini l’anno)

– trasformazione di una parte della missione in ospedale riabilitativo per le migliaia di amputati (le stime sul campo parlano di 23.000 amputati, quelle ufficiali di 5.000) prevedendo protesi e fisioterapia

– la costruzione di un grande centro educativo comprensivo di asilo, scuola di base, superiori e scuola professionale come scuola cattolica ufficiale del paese.

Precise organizzazioni internazionali sosterranno i vari progetti, a noi è chiesta la disponibilità del luogo e del coordinamento. La rete dei religiosi permetterà a queste opere di servire più aree della città.

Sto verificando la possibilità con Kay La di sostenere una parte della scuola, magari l’asilo, occupandosi dei bimbi 3-5 anni quindi a rischio nutrizionale legando il lavoro a quello svolto dal nostro ambulatorio a Waf Jeremie… non è impossibile pensare un servizio scuolabus per portare anche i nostri piccoli amici al nostro asilo qui. Ma devo capire bene se la cosa sarà veramente possibile e vi farò sapere.

Intanto a Waf Jeremie, l’ONG Terre dos hommens ricostruirà l’ambulatorio Sen Franswa che è inagibile. E’ già arrivato l’ingegnere che lavorerà al progetto ed a breve inizieranno i lavori. Verrà poi assunto un pediatra haitiano ed una nutrizionista haitiana con cui ho già avuto contatto così che insieme ai nostri Alex, Puchon e James l’ambulatorio ptorà funzionare anche quando io tornerò nella Repubblica Domenicana.

Ok, le cose da dire sarebbero ancora tante ma volevo per ora raccontarvi cosa stiamo facendo, nella prossima mail cercherò di raccontarvi cosa vuole dire per me essere qui oggi e la bellezza di essere Chiesa che stiamo vivendo e che ci rende proprio diversi da chi annaspa per trovare soluzioni, proporre programmi, inventarsi progetti dimenticandosi che gli haitiani non sono un problema da risolvere, ma degli uomini da accompagnare all’incontro con il Destino.

Con affetto

Marcella

LE VOLONTARIE CI RACCONTANO L’ESPERIENZA DI HAITI

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